Come si è adattato il servizio mensa alla «nuova normalità»

È stato altamente dimostrato che la pandemia e i danni del Covid-19 hanno rivoluzionato la realtà, cosi come eravamo abituati a conoscerla. Questa nuova normalità ha stravolto gli schemi di comportamento e le relazioni vigenti in tutto il mondo fino all’inizio del 2020. Se guardiamo indietro nel tempo, una delle prime misure che sono state adottate è stata la sospensione delle attività scolastiche e lavorative nel mese di marzo, per lasciare spazio al lockdown. 

Per molti studenti, il normale rientro a scuola è stato posticipato e la preoccupazione per la sicurezza sanitaria, l’igiene e la necessità di garantire servizi come il trasporto o la mensa scolastica sono temi che hanno turbato per mesi genitori, resposabili dei centri educativi e altre istituzioni incaricate della sicurezza e dell’elaborazione dei piani di emergenza. 

La pianificazione di norme per regolare la presenzialità a scuola è stata sancita dalle raccomandazioni sanitarie internazionali, europee e governamentali. Inoltre, sono state imposte misure specifiche in ogni regione, spesso adattate alle esigenze di ciascun centro scolastico. Nei paesi più sviluppati, l’incertezza generale sul rientro a scuola e sulla possibilità di accedere ai servizi offerti come le mense scolastiche, ha preoccupato i genitori di bambini in età scolare non obbligatoria, come nel caso della scuola infantile.

L’Autorità Europea per la sicurezza alimentare (EFSA) assicura che non è dimostrato che gli alimenti o l’acqua potabile possano essere una fonte di trasmissione del Covid-19. Ciò nonostante, esiste il rischio di contagio degli alimenti o dei locali, nel caso in cui non vegano adottate le misure necessarie per evitare la propagazione del virus. 

In generale, i centri scolastici hanno organizzato turni per accedere in mensa e per svolgere la ricreazione. Ovviamente l’igiene delle mani, il ricircolo d’aria, la disinfezione dei tavoli e la separazione tra gli alunni sono state misure obbligatorie a cui i bambini si sono adattati rapidamente. 

I piani di emergenza e protocollo delle mense scolastiche hanno incluso anche accessi controllati e scaglionati, con percorsi di passaggio ben segnalati. Inoltre, la disposizione dei bambini e degli utensili viene organizzata in modo tale da limitare al massimo i contatti; a questo proposito, infatti, ogni commensale possiede un proprio posto assegnato nel proprio turno mensa. Si evita di condividere piatti e utensili, come nel caso dei vassoi del pane, caraffe d’acqua o altri elementi che generalmente vengono messi a disposizione per tutti, ma che ora vengono toccati solo da una stessa persona. 

È stato possibile attuare tutte queste misure grazie al lavoro e alla professionalità dei responsabili della mensa: grazie alla loro pazienza, cautela e impegno è stato possibile garantire la salute alimentare dei bambini nelle scuole. Al contrario, nei paesi con situazioni economiche e sociali meno abbienti, nonostante l’impegno dei responsabili della mensa e dei centri educativi, le scarse risorse a disposizione non hanno reso possibile l’apertura del servizio.  La chiusura delle scuole e delle mense scolastiche ha privato molti bambini dell’unico pasto completo che la scuola garantiva loro durante la giornata.  

UNICEF e il Programma alimentare mondiale (WFP), stimano una perdita di pasti scolastici in tutto il mondo pari a più di 39.000 milioni dall’inizo della pandemia. Nell’articolo pubblicato a gennaio 2021 ““Covid 19: più che una perdita per l’educazione”  ha rivelato come, ad esempio, i pasti somministrati  nelle scuole siano diminuiti del 40%. 

Queste organizzazioni umanitarie hanno lanciato un appello ai governi affinché mettano al primo posto l’apertura delle scuole e delle mense, in modo da garantire i bisogni sanitari, alimentari ed educativi di tutti i bambini del mondo, specialmente nelle realtà più povere e con meno risorse a disposizione. Le mense scolastiche e i professionisti di questo settore son importanti per garantire il corretto nutrimento dei bambini, soprattutto nei contesti più poveri e sottosviluppati.

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